Proprio ieri, leggendo un noto settimanale nazionale, mi sono imbattuta in un articolo piuttosto curioso. Pare che in Germania dei giudici abbiano stabilito il divieto diA�fotografare le pietanze servite nei ristoranti.
Detta cosA�, la cosa puA? suscitareA�una certa ilaritA�, ma chi come me vive di pane e diritto da��autore un poa�� da��accordo lo A?. GiA� il quotidiano tedesco Die Welt ne aveva parlato, sottolineando che il cosiddetto a�?food porna�?, termine coniato per descrivere la��ossessione visiva per il cibo e diventato un hashtag internazionale, sta diventando una vera e propria mania tra la gente comune cosA� come tra le stars.
Alcuni intenditori di settore hanno gridato allo scandalo, affermando che fotografare un piatto rende la��esperienza veramente nostra. Inoltre, non si puA? non fare i conti con la societA� che cambia, passando anche attraverso la cultura del cibo. La condivisione, dicono, per quanto selvaggia rappresenta comunque una��efficace forma di pubblicitA� e senza la pubblicitA� non ci sarebbero neanche i clienti nei ristoranti.
Questo discorso A? in parte vero, ma la dura lotta al food porn non A? certo una novitA�. Se na��era giA� occupato il quotidiano inglese The Guardian, dando spazio allo Chef Alexandre Gauthier che lamentava, nel suo ristorante, una maggiore attenzione a immortalare i cibi che al gustarli. Presso il ristorante del Gauthier, La GrenouillA?re, nel nord della Francia, vi A?, alla��interno dei menu, il disegno di una macchina fotografica sbarrata, ad indicare il divieto di fotografare.
La veritA� A? che a tutti noi piace fotografare ciA? che mangiamo e magari postarlo sui social, fosse anche solo per suscitare un poa�� di invidia nei nostri amici. E allora, come si esce da questo intricato labirinto di divieti? Semplice: basta leggere attentamente il testo della sentenza della corte federale tedesca. Il divieto, infatti, non A? assoluto, ma pare riguardi solo quei piatti che fanno parte della��alta cucina di cui gli chef sono autori e quindi detentori del diritto di copyright. Quei piatti, cioA?, caratterizzati da una particolare cura nel design e dalla fantasia nella composizione. Le pietanze degli chef stellati e la��impiattamento delle stesse A? dunque da considerarsi una forma da��arte e come tale va difesa da imitazioni.
Insomma hanno tutti ragione. A me, perA?, piace pensare che i tedeschi abbiano solo voluto ricordarci che al ristorante ci si va per mangiare e magari condividere una piacevole conversazione a cellulariA�spenti.
*fonti immagini: highendbeautyretouching.com eA�stephensons.com